Thursday, October 1, 2009
Wal-Mart+USA=IKEA+EU
Scrivo in risposta ad un articolo apparso sull’edizione on-line de La Repubblica (http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/gente/gente-walmart/1.html), in data 28 Settembre 2009, che titolato “Wal-Mart l’America ti assomiglia”. Il pezzo documentava, corredando il tutto con 25 foto “dei clienti piu’ strani della catena”, come la stessa societa’ che gestisce i grandi magazzini fosse stata scelta, dalla revista Vanity Fair e dal programma “60 minutes” della catena CBS attraverso una serie di sondaggi, come azienda simbolo degli Stati Uniti e addirittura riportava, come sostiene il NYTimes, che se “l’America e’ una nazione Wal-Mart questi dovrebbero essere i suoi abitanti”. Ebbene io che in America ci abito e che non sono propriamente un fanatico dell’american way of life o dell’american dream, pur non potendo negare la stravaganza di molti americani e la totale mancanza di gusto della maggior parte dei clienti di Wal-Mart, che tra l’altro e’ un supermercato che si rivolge ad un settore medio-basso della popolazione americana, non mi riconosco nel sondaggio e non reputo possibile l’ipotesi avanzata dal giornale newyorchese. Addiritura leggo tra le righe da parte de La Repubblica un po’ di estetico snobbismo perche’, in realta’, purtroppo, anche in Italia e a Parma nello specifico, seppure vestiti in maniera piu’ elegante, stanno aumentando sensibilmente I fans del concetto di supermercato, ipermercato, outlet villages, che passano il tempo libero, i fine settimana, i week end insomma, in questi divertimentifici commerciali, tempi del consumismo piu’ sfrenato che il sociologo fancese Marc Auge’ defini brillantemente non-luoghi. Il successo dell’estetica omologante nell’arredare le nostre case, dello shopping a buon mercato degli outlets, dei parchi tematici a sfondo ludico-commerciali che organizzano concerti, concorsi di bellezza e varie attivita’ simil-culturali pur di attirare nuovi clienti, e’ una realta che sempre piu’ ci appartiene e che, seppure non usufruiamo in shorts a stelle e strisce o azzardando look improponibili, sta facendoci perdere molte delle caratteristiche che hanno fatto della vecchia Europa un posto unico dove vivere e comprare. Un tempo si canticchiava “Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar”, adesso possiamo dire che l’America, con il suo lato piu’ commerciale, e’ gia’, da tempo, anche se spesso non lo si riconosce o non lo si vuole riconoscere, tra di noi.
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